Petrolio: quali sono i paesi dove costa meno e perché il prezzo varia nel mondo?

Il prezzo del petrolio e, di conseguenza, della benzina è uno degli argomenti più discussi sia in economia che nella vita quotidiana, dato il suo impatto diretto sul costo del trasporto, sulla produzione industriale e persino sul potere d’acquisto dei cittadini. Tuttavia, i prezzi non sono uniformi in tutto il mondo: alcune popolazioni beneficiano di tariffe bassissime, mentre altrove il costo al distributore è elevato. Comprendere dove la benzina costa meno e le ragioni della variabilità globale dei prezzi significa addentrarsi tra geopolitica, politiche fiscali, sussidi governativi e strategie dei Paesi produttori e importatori.

I paesi con la benzina meno cara

Quando si guarda alla classifica dei prezzi più bassi a livello globale, il Venezuela emerge con distacco come il luogo dove la benzina costa meno. In questo paese sudamericano, il prezzo è di pochissimi centesimi di dollaro al litro, una cifra così bassa da risultare quasi simbolica. Dietro tale convenienza si celano enormi riserve petrolifere nazionali, tra le più vaste al mondo, e un regime di sussidi statali molto generoso volto a mantenere il carburante estremamente accessibile. Tuttavia, nonostante il prezzo alla pompa ridottissimo, per molti cittadini venezuelani l’accesso effettivo al carburante è limitato a causa di carenze, crisi economica e razionamenti derivanti dal crollo infrastrutturale.
Anche in Africa esistono esempi di prezzi straordinariamente bassi:

  • Libia
  • Angola
  • Algeria
  • Egitto (dove il carburante viene venduto a circa 0,385 dollari al litro, mantenendo prezzi accessibili nonostante significative riduzioni dei sussidi negli ultimi anni)
  • Nigeria (circa 0,545 dollari al litro, grazie alla produzione interna e a una lunga storia di politiche di sostegno statale, anche se di recente sono state introdotte riforme sui sussidi che stanno modificando il quadro)
  • Sudan (intorno a 0,70 dollari al litro, ma con forti pressioni economiche, inflazione e interventi pubblici per mantenere i prezzi bassi)

In generale, in questi paesi il comune denominatore è la forte presenza di riserve petrolifere proprie e, nella maggioranza dei casi, una politica di prezzi calmierati e di sussidianza pubblica. Questi elementi rendono la benzina particolarmente abbordabile rispetto agli standard internazionali.

Le ragioni della variabilità dei prezzi

Il prezzo del petrolio e dei prodotti raffinati come la benzina non dipende solo dalla disponibilità della materia prima. Sono molteplici i fattori che determinano la variabilità anche tra paesi confinanti:

  • Produzione interna: I paesi che dispongono di vaste riserve di petrolio tendono ad avere prezzi più bassi perché possono controllare meglio la catena di distribuzione ed evitare costi di trasporto e importazione.
  • Sussidi ed accise: In molte nazioni il prezzo della benzina alla pompa è fortemente influenzato dalle tasse (accise) e dai sussidi pubblici. Mentre in alcuni paesi europea, Italia in testa, gran parte del prezzo è costituito da tasse, nei paesi esportatori di petrolio le imposte sono spesso minime o addirittura inesistenti. I sussidi, invece, rappresentano un’ingente voce di spesa pubblica ma servono a garantire prezzi interni bassi per motivi di consenso sociale.
  • Stabilità macroeconomica: In paesi soggetti a forti oscillazioni valutarie, come il Sudan, l’inflazione può erodere i vantaggi dei bassi prezzi ufficiali.
  • Politiche energetiche: Alcuni governi usano il prezzo basso dei carburanti come strumento politico per mantenere stabile la società, altri invece preferiscono destinare le risorse pubbliche ad altri settori e lasciare che i prezzi seguano l’andamento del mercato internazionale.
  • Accordi internazionali: I trattati di produzione, esportazione e importazione di petrolio, così come le decisioni dell’OPEC, possono influenzare il prezzo del greggio e quindi della benzina su scala globale.

Un aspetto importante è che nei paesi dove il prezzo è mantenuto artificialmente basso attraverso sussidi, spesso si verificano distorsioni del mercato, carenza di investimenti in infrastrutture, sprechi di risorse e difficoltà finanziarie nei bilanci statali.

La situazione in Europa e in Italia

Nel vecchio continente si osserva una tendenza opposta rispetto a molte realtà africane, sudamericane o mediorientali. In paesi come Germania, Francia e soprattutto Italia, il prezzo della benzina si attesta tra i più alti al mondo. L’Italia, in particolare, figura stabilmente tra i primi 15 paesi per il costo del carburante. Questo è dovuto principalmente a livelli molto elevati di tasse e accise che, talvolta, superano il 60% del prezzo finale al distributore. La presenza di una struttura fiscale così pesante riflette la necessità di finanziare la spesa pubblica, sostenere la transizione energetica o far fronte a crisi passate che hanno lasciato “accise storiche” nel costo del carburante.

Contrariamente a quanto avviene in paesi esportatori di petrolio, in Europa e soprattutto nelle economie avanzate si tende a promuovere il risparmio energetico nonché soluzioni alternative più sostenibili, disincentivando il ricorso ai combustibili fossili tramite una leva fiscale importante.

Le prospettive per il 2025 e oltre

Secondo recenti previsioni, il prezzo internazionale del petrolio potrebbe subire un calo nei prossimi anni, con stime che rimandano a una media attorno a 63 dollari al barile per il Brent entro la fine del 2025 e ulteriori diminuzioni nel 2026. Questa tendenza discendente sarebbe dovuta a una combinazione di fattori macroeconomici e geopolitici: minore domanda globale, transizione energetica e aumentata instabilità nei paesi produttori. Tuttavia, i benefici di una discesa dei prezzi a livello internazionale potrebbero essere solo parzialmente trasferiti ai consumatori finali, specialmente nei paesi ad alta tassazione come l’Italia, dove l’impatto delle imposte statali tende a “smorzare” le fluttuazioni del prezzo del greggio. Nei paesi produttori, al contrario, la relazione tra prezzo internazionale e prezzo domestico alla pompa resta più diretta, sebbene spesso influenzata da dinamiche interne come la politica dei sussidi o dalla volatilità politica.

In definitiva, il prezzo della benzina nel mondo rappresenta un interessante esempio di come risorse naturali, scelte politiche, motivazioni economiche e fattori geopolitici si combinino generando effetti profondamente diversi da paese a paese. Questo quadro, in continua evoluzione, è essenziale per comprendere il funzionamento dell’economia globale e le diverse strategie adottate a seconda delle priorità nazionali.

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