La tua bouganville muore d’inverno? Ecco la temperatura minima che sopporta davvero

La Bougainvillea, nota per le sue vivaci brattee colorate, rappresenta una delle principali protagoniste dei giardini mediterranei e delle terrazze soleggiate. Tuttavia, quando le temperature scendono e l’inverno si avvicina, questa pianta subtropicale incontra delle sfide significative. La sua risposta al freddo e le tecniche di protezione necessarie possono fare la differenza tra una pianta che si risveglia rigogliosa in primavera e una che purtroppo non supera i rigori dell’inverno.

La reale resistenza al freddo della Bouganville

Nonostante la fama di pianta resistente, la Bougainvillea è geneticamente predisposta a climi caldi e soleggiati, come testimonia la sua origine sudamericana e la sua ampia diffusione in regioni subtropicali. La temperatura minima effettivamente sopportata da una bouganville adulta e ben consolidata si aggira intorno ai -8°C, ma solo per brevi periodi. Alcune varietà, come la Bougainvillea glabra e specifici ibridi selezionati, tollerano temperature vicino ai -10°C o persino -12°C, ma solo se le gelate non sono prolungate, la pianta è ben acclimatata e si trova in una posizione protetta dal vento e dalle correnti fredde. Tuttavia, la maggior parte degli esemplari soffre danni irreversibili già sotto i +2°C/+5°C, specialmente in presenza di umidità elevata e gelate notturne ripetute.

Le bouganville più giovani e quelle in vaso sono ancora più vulnerabili: il terriccio si raffredda rapidamente, esponendo le radici a stress termici che possono risultare fatali. È molto raro che una bouganville sopravviva intatta a un inverno con temperature costantemente inferiori agli 0°C se lasciata esposta senza protezioni.

Comportamento della pianta in inverno e sintomi da freddo

Durante i mesi freddi, la risposta fisiologica della bouganville al calo termico è evidente. Quando le temperature scendono sotto i 10°C:

  • Le foglie iniziano a ingiallire e cadere, soprattutto negli esemplari coltivati in piena terra nelle regioni settentrionali o soggette a gelate.
  • La fioritura si interrompe completamente, essendo la pianta entrata in uno stato di quiescenza.
  • Gli apici dei rami, le nuove gemme e le radici meno profonde sono le zone più soggette a danni da gelo, manifestando necrosi o marciumi al primo rialzo delle temperature.

Se la temperatura scende occasionalmente tra -2°C e -5°C, la bouganville può perdere completamente la parte aerea ma spesso riesce a ricacciare dalle radici in primavera se queste ultime sono rimaste protette dal gelo profondo. Tuttavia, gelate prolungate o abbassamenti repentini sotto i -8°C possono risultare letali per l’intera pianta.

Ibridi e varietà più resistenti

Negli ultimi anni, la selezione orticola ha prodotto varietà più rustiche di bouganville, come la Bougainvillea spectabilis e particolari incroci commerciali, in grado di sopportare con discreto successo anche temperature di -8/-10°C per brevi periodi. Tra le varietà più note per la tolleranza al freddo spiccano:

  • Bougainvillea glabra
  • Bougainvillea peruviana
  • Alcuni ibridi selezionati definiti “hardy”

Questi ecotipi sono usati specialmente nei giardini di regioni dove le temperature invernali possono occasionalmente scendere di qualche grado sottozero, ma la produttività floreale e la resistenza complessiva rimangono superiori in climi miti.

Va sottolineato che, anche in presenza delle varietà più resistenti, un inverno particolarmente rigido può causare gravi danni se non vengono adottate le giuste precauzioni.

Tecniche di protezione e prevenzione nei climi freddi

Per conservare in salute la bouganville nelle regioni più fredde, l’adozione di strategie preventive è fondamentale. Le pratiche maggiormente raccomandate sono:

  • Pacciamatura delle radici: coprire la base della pianta con almeno 10-20 cm di materiale isolante (paglia, cortecce, foglie secche) per limitare il raffreddamento del suolo proteggendo l’apparato radicale.
  • Coperture in tessuto non tessuto o juta: avvolgere la parte aerea creando uno strato protettivo nelle notti più fredde. Questi teli trattenendo il calore limitano il danno da gelo sulle parti più esposte.
  • Vasi spostati in ambienti riparati: soprattutto le piante giovani dovrebbero essere trasferite in serra fredda, in veranda o in uno spazio chiuso ma ben illuminato fino all’arrivo della primavera.
  • Minimizzare le irrigazioni: durante l’inverno le radici temono più i ristagni idrici che la siccità. Somministrare acqua solo in presenza di terreni asciutti per evitare marciumi.
  • Potatura leggera: evitare potature drastiche prima dell’inverno, preferendo accorciare i rami solo leggermente e asportare esclusivamente le porzioni danneggiate dalle prime gelate.

Queste tecniche sono valide sia per la bougainvillea coltivata in piena terra sia per quella in vaso. Luoghi particolarmente protetti, come i muri esposti a sud o i cortili interni, rappresentano soluzioni ideali per ridurre al minimo lo shock termico durante la stagione fredda.

Rischi e recupero dopo il gelo

Se la bouganville è stata esposta a gelate impreviste, sarà possibile assistere, in presenza di condizioni favorevoli, a una lenta ripresa. Spesso ci vorranno settimane perché la pianta dia segni di ripartenza; l’emissione di nuovi germogli dalle radici è buona indicazione di vitalità. In questi casi è fondamentale:

  • Eliminare tutto il legno chiaramente necrotico solo quando non c’è rischio di nuove gelate.
  • Sospendere le concimazioni fino alla ripresa vegetativa effettiva.
  • Verificare costantemente che le radici non siano affette da marciumi, intervenendo con prodotti antifungini specifici se necessario.

Il successo della ripresa post-invernale dipende dalla profondità e dalla durata della gelata subita e dallo stato di salute della pianta all’ingresso della stagione fredda.

In sintesi, la bougainvillea può resistere al freddo solo fino a un certo limite. Per vivere a lungo e donare le sue esplosioni di colore ogni estate, necessita di cure attente, scelte varietali ponderate e strategie di protezione durante i mesi più duri dell’anno. Rispettare la sua natura subtropicale è il segreto per renderla longeva e spettacolare anche nei climi italiani meno miti.

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