Chi pulisce le scale condominiali, sia come impresa sia come lavoratore privato, si trova spesso a dover rispondere alla domanda su quale sia la tariffa corretta da applicare per il servizio svolto. Stabilire il giusto compenso è fondamentale non solo per essere pagati adeguatamente, ma anche per evitare di venir trattati in modo ingiusto o sottopagati in un ambito in cui troppo spesso si punta al risparmio a scapito della qualità e della dignità lavorativa.
Contesto normativo e principi di ripartizione delle spese
La pulizia delle scale condominiali rientra a pieno diritto tra le spese ordinarie di gestione dei condomini. Queste spese sono regolate dalle norme civili e dalle tabelle millesimali. In particolare, l’articolo 1124 del Codice Civile stabilisce specifici criteri di ripartizione: le spese per manutenzione ordinaria e pulizia delle scale devono essere suddivise per metà in base ai millesimi di proprietà e per l’altra metà in funzione dell’altezza di ciascun piano dal suolo.
Questo sistema mira a garantire che chi trae maggiore utilità dalle parti comuni, come le scale, contribuisca anche in misura proporzionale alle relative spese [art. 1123 Codice Civile].
Un aspetto importante riguarda la distinzione tra proprietario e inquilino. Nella maggior parte dei casi, chi vive nell’appartamento, quindi l’inquilino, deve sostenere i costi di pulizia delle scale, mentre il proprietario resta comunque il responsabile principale nei confronti del condominio .
Come si determina la tariffa giusta
Il compenso per la pulizia delle scale condominiali dipende da una serie di fattori variabili, tra cui:
- Numero di piani e superficie da pulire: più il condominio è grande, maggiore sarà il tempo impiegato e quindi il compenso richiesto.
- Frequenza dell’intervento: la pulizia può essere settimanale, bisettimanale o con altre cadenze, il che modifica sensibilmente il prezzo complessivo.
- Tipologia di sporco e interventi richiesti: la presenza di materiali particolari (marmo, moquette, scale in ferro) o esigenze specifiche (disinfezione, rimozione graffiti, cambio stagionale dei tappeti) influenzano l’impegno necessario.
- Zona geografica: il costo della vita e la domanda di servizi possono far variare considerevolmente la tariffa da una città all’altra.
- Servizi aggiuntivi: pulizia delle vetrate, trattamenti particolari per corrimano, lampade, portoni, ascensore e spazi comuni.
In genere, il prezzo della pulizia scale condominiali viene calcolato sulla base del tempo stimato per il servizio e del numero di interventi al mese. Le tariffe orientative attuali in Italia, aggiornate al 2025 secondo le principali associazioni di settore, si aggirano attorno a:
- 15-22 euro a intervento per condomini fino a 2-3 piani
- 20-30 euro a intervento per stabili di media grandezza (3-5 piani)
- 30-50 euro a intervento per condomini molto ampi (oltre 5 piani o con superfici estese)
Molte imprese offrono anche pacchetti mensili che partono da circa 60-100 euro al mese per stabili piccoli, e possono superare i 200-250 euro mensili per condomini di ampia metratura. È importante sottolineare che questi valori sono orientativi e possono variare secondo quanto stabilito nel contratto, nel regolamento condominiale e nella contrattazione privata.
Criteri per individuare una tariffa equa
Per evitare di essere sottopagati o sfruttati, sia che tu svolga questa attività come lavoro autonomo che come impresa, è fondamentale:
- Redigere un preventivo dettagliato che indichi chiaramente le mansioni incluse (scale, pianerottoli, ingresso, vetri, ecc.), la frequenza degli interventi e l’eventuale fornitura di materiali e detergenti.
- Accertarti che valore e modalità del servizio siano in linea con le tabelle millesimali del condominio, così che la ripartizione sia trasparente.
- Verificare la presenza di un contratto scritto che tuteli entrambe le parti e stabilisca la periodicità dei pagamenti e le modalità di eventuale risoluzione del rapporto.
- Calcolare realisticamente i tempi di lavoro: la pulizia approfondita di uno stabile di 3-4 piani può richiedere almeno un’ora, mentre per 6 o più piani possono essere necessarie anche due ore a intervento.
- Considerare i costi di trasporto e di attrezzature, specie se lo stabile si trova fuori dal centro abitato.
Chi offre prezzi troppo bassi spesso opera in nero, senza assicurazione e senza fornire le garanzie di legge. Lavorare senza contratto regolare espone a seri rischi non solo chi presta il servizio, ma anche l’amministratore e i condomini stessi, che in caso di infortuni o danni possono essere chiamati a risponderne personalmente.
Gestione delle controversie e tutela del lavoratore
Se ti accorgi che la tariffa proposta è inferiore ai minimi di mercato oppure che il lavoro richiesto va oltre quanto preventivato, hai diritto a:
- Rinegoziare il compenso con l’amministratore o direttamente con i condomini, presentando i dati di mercato aggiornati e illustrando il rischio di disservizi o lavori eseguiti in modo sommario a fronte di una paga troppo bassa.
- Chiedere la revisione del contratto o della lettera d’incarico, specie se in presenza di nuove mansioni non incluse nel preventivo iniziale.
- Rivolgerti alle associazioni di categoria o, nei casi più gravi, a un consulente legale che possa tutelare i tuoi diritti.
Chi paga se ci sono negozi o locali a piano terra?
Una questione frequente riguarda negozi e locali al piano terra che hanno accesso diretto dalla strada e sembrano non utilizzare le scale. La giurisprudenza più recente ritiene che anche questi soggetti debbano normalmente partecipare alla spesa, salvo esplicite esclusioni previste dal regolamento condominiale o dagli atti di acquisto. Il solo fatto di non utilizzare attivamente le scale non comporta quindi un’esenzione automatica. Il diritto d’uso potenziale, e non solo effettivo, dell’area comune è sufficiente a giustificare la contribuzione alle spese.
Per ogni controversia, è importante riferirsi sempre al regolamento di condominio e alle tabelle millesimali relative agli spazi comuni.
In sintesi, per chi effettua la pulizia delle scale la regola d’oro è quella di lavorare in modo trasparente, con preventivi chiari e contratti regolari. Solo così si evita il rischio di sfruttamento e si può legittimamente pretendere il giusto compenso, tutelandosi contro richieste di prestazioni non pagate o di condizioni lavorative svantaggiose.