Le tue feci puzzano di fogna? Attenzione subito a queste cause gravi e nascoste

Un cambiamento improvviso e persistente nel carattere dell’odore delle feci, specialmente quando ricorda quello di fogna o di uova marce, può essere il segnale di un problema intestinale che merita attenzione. Anche se spesso una causa banale come la dieta, oppure un banale episodio virale intestinale, possono spiegare variazioni temporanee, la presenza costante di un odore così intenso e anomalo va valutata a fondo, perché potrebbe essere legata a disturbi di malassorbimento, alterazioni del microbiota intestinale o addirittura patologie più serie.

Da cosa deriva il cattivo odore delle feci?

In condizioni normali, le feci hanno sempre un certo odore poco gradevole, dovuto alla fermentazione e degradazione dei residui alimentari da parte dei batteri presenti nell’intestino. Il cattivo odore tende a diventare molto più marcato e simile a quello delle fognature quando si sviluppano in eccesso composti come il solfuro di idrogeno (idrogeno solforato, H₂S), responsabile del tipico sentore di uova marce. Questo composto viene prodotto durante la decomposizione di materie organiche che contengono zolfo sotto l’azione dei batteri anaerobi, molto attivi in caso di fermentazioni anomale o disbiosi intestinale.

Oltre al solfuro di idrogeno, la digestione incompleta di alcuni amminoacidi, spesso per motivi di malassorbimento o eccesso di proteine nell’alimentazione, può portare alla formazione di ammine (come putrescina, cadaverina, scatolo e indolo) tutte dotate di odori estremamente penetranti e sgradevoli.

Cause gravi e condizioni patologiche nascoste

Quando le feci assumono persistentemente un odore insolitamente forte e sgradevole, simile a quello di fogna, è necessario considerare alcune cause potenzialmente serie, talvolta nascoste:

  • Malassorbimento intestinale: condizioni come la celiachia, il morbo di Crohn, la pancreatite cronica o la fibrosi cistica, possono compromettere l’assorbimento dei nutrienti. I residui non digeriti subiscono un’intensa fermentazione batterica nel colon, generando molti gas maleodoranti e provocando feci particolarmente puzzolenti.
  • Disbiosi intestinale: l’alterazione dell’equilibrio tra i diversi ceppi di batteri che compongono il microbiota intestinale può produrre maggiore quantità di composti solforati e ammine. Possono favorire il fenomeno uso/abuso di antibiotici, stress, dieta povera di fibre o ricca di cibi raffinati.
  • Infezioni enteriche: virus, batteri o parassiti intestinali scatenano episodi di diarrea acuta o cronica in cui il transito rapidissimo impedisce una completa digestione. Gli agenti infettivi o le tossine sono spesso responsabili di cattivo odore intenso insieme a sintomi quali febbre, nausea, crampi addominali e perdita di appetito.
  • Farmaci e terapie: alcuni antibiotici o altri farmaci assunti per periodi prolungati possono perturbare la flora batterica intestinale, favorendo così fermentazione e putrefazione anomala che accentuano l’odore delle feci.
  • Sindrome dell’intestino corto: a seguito di interventi chirurgici, una porzione ridotta di intestino non consente di assorbire tutte le sostanze nutrienti, incrementando la quota di residui alimentari fermentabili e quindi il cattivo odore.

Quando preoccuparsi e rivolgersi al medico

Non tutte le variazioni olfattive nelle feci sono segno di un grave problema e a volte possono essere attribuite semplicemente a cambiamenti alimentari. Tuttavia, alcuni segnali dovrebbero indurre ad un approfondimento medico, soprattutto se accompagnano persistenza dell’odore anomalo:

  • Diarrea cronica o feci acquose
  • Dolori addominali ricorrenti, crampi o senso di gonfiore pronunciato
  • Perdita di peso non volontaria in poche settimane
  • Febbre ripetuta senza spiegazione
  • Sangue visibile nelle feci o loro colorazione molto scura

È in queste situazioni che uno specialista può individuare brevi test ematochimici e indagini strumentali mirati, utili per verificare la presenza di sindrome da malassorbimento, infezioni o altre patologie più gravi che si manifestano inizialmente solo con la variazione dell’odore.

Cosa fare: precauzioni e strategie utili

Per aiutare a prevenire o ridurre il fastidio delle feci particolarmente maleodoranti, oltre a indagare la presenza di cause patologiche, è importante:

  • Prestare attenzione alla dieta: limitare cibi molto ricchi di zolfo (come carne rossa, uova, alcuni latticini stagionati). Incrementare progressivamente l’apporto di fibre per regolarizzare il transito intestinale.
  • Ripristinare il microbiota: in caso di alterazioni documentate, l’uso di probiotici su prescrizione può aiutare a ripristinare il corretto equilibrio della flora batterica intestinale e mitigare l’odore.
  • Gestire l’idratazione: bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno è fondamentale per facilitare la formazione di feci regolari, morbide e meno soggette a fermentazione.
  • Non trascurare i segnali di allarme: in presenza di sintomi persistenti o associati ad altri segni d’allarme, consultare il medico è fondamentale per diagnosticare precocemente eventuali malattie sottostanti.

In definitiva, anche se nella maggior parte dei casi l’odore sgradevole delle feci non costituisce di per sé una minaccia, può rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare, soprattutto quando associato ad altri disturbi, per evitare di trascurare situazioni di malassorbimento, infezioni o squilibri importanti del microbiota intestinale. Intervenire precocemente garantisce una risoluzione rapida della causa e, soprattutto, la prevenzione di complicanze a lungo termine.

Lascia un commento