Non usare mai l’oleandro in questo modo: ecco perché è estremamente pericoloso

L’oleandro è noto per la sua straordinaria bellezza ornamentale, ma rappresenta uno dei maggiori pericoli tra le piante coltivate in ambienti domestici o giardini pubblici. In molti sottovalutano la gravità della sua tossicità, rischiando di incorrere in esiti tragici a seguito di un uso inappropriato. Tutte le parti di questa pianta, dai fiori alle foglie, fino ai rami, alle radici e persino alla linfa, sono cariche di principi attivi che interferiscono direttamente con il funzionamento dell’organismo umano e animale, specialmente a livello cardiaco e nervoso.

Le cause della pericolosità: composti tossici fatali

Il pericolo maggiore risiede nella presenza di glicosidi cardioattivi, come l’oleandrina, il nerioside e l’oleandroside. Queste sostanze sono strutturalmente affini ai principi attivi digitalici e agiscono inibendo la Na+/K+-ATPasi a livello cellulare, un enzima fondamentale per il corretto funzionamento del cuore. L’azione dei glicosidi cardioattivi determina un’alterazione del ritmo cardiaco, provocando aritmie, bradicardia (cioè rallentamento del battito), insufficienza circolatoria e nei casi più severi paralisi cardiaca o respiratoria.

L’intossicazione non avviene solo tramite ingestione diretta di parti di pianta: anche l’acqua dove sono stati immersi fiori o rami di oleandro può diventare tossica. Esiste persino il rischio d’inalazione dei fumi che si sviluppano bruciando l’oleandro, i quali veicolano le stesse tossine in grado di esercitare i loro effetti nocivi attraverso le vie respiratorie.

Modalità d’uso ASSOLUTAMENTE da evitare

L’errore più grave consiste nell’utilizzare parti di oleandro in contesti alimentari o come combustibile per la cottura dei cibi. Numerose cronache e persino la tradizione popolare raccontano di esiti letali a seguito dell’impiego di rami della pianta per arrostire carne sul fuoco, come narra la celebre vicenda dei soldati di Napoleone in Spagna. La combustione libera nell’aria i principi attivi tossici, che vengono poi inalati o assorbiti dagli alimenti, causando avvelenamento acuto e, in alcuni casi, morte.

Altrettanto pericoloso è l’uso della pianta come giocattolo (bastoncini, cerbottane, archi improvvisati) o decorazione in luoghi accessibili a bambini e animali domestici: l’attrazione per i fiori vivaci e le morbide foglie può indurre all’ingestione accidentale anche di minime quantità, sufficienti a mettere in grave pericolo la vita. Perfino il miele prodotto da api che visitano questa pianta può risultare tossico.

  • Mai utilizzare rami o legni di oleandro come attrezzi da cucina o sostituti di posate, cucchiai, spiedini, griglie rudimentali o bastoni per cucinare su fuoco vivo.
  • Evitare ogni tipo di preparazione alimentare che coinvolga anche indirettamente la pianta, le sue foglie, i fiori o l’acqua in cui siano stati immersi parti di oleandro.
  • Non bruciare sfridi vegetali, fiori secchi o rami di oleandro: i fumi sono tanto tossici quanto la pianta stessa.
  • Non utilizzare oleandro in attività ludiche che comportino il contatto diretto bocca-mano.
  • Mantenere la pianta quanto più possibile distante da aree frequentate da bambini o animali domestici.

Sintomi di avvelenamento e primo soccorso

I segnali che indicano una possibile intossicazione da oleandro sono molteplici e si manifestano sin dalle prime ore dopo l’esposizione o l’ingestione:

  • Disturbi gastrointestinali: nausea, vomito, dolore addominale intenso, diarrea e bruciori.
  • Alterazioni neurologiche: sonnolenza, disorientamento, vertigini, crisi convulsive nei casi più gravi.
  • Sintomi cardiaci: rallentamento o irregolarità del battito, palpitazioni, perdita di coscienza (sincope), fino all’arresto cardiaco.
  • Irritazioni viste e cutanee: arrossamento, prurito, dolore agli occhi in seguito a contatto con la linfa.

Il quadro clinico può evolvere rapidamente: in caso di ingestione accidentale, occorre recarsi immediatamente in pronto soccorso, evitando manovre casalinghe per indurre il vomito (rischiose e inefficaci). È fondamentale portare con sé una parte della pianta per il riconoscimento e fornire tutte le informazioni utili ai sanitari per un soccorso tempestivo ed efficace.

Linee guida per la sicurezza e la prevenzione

Il modo più efficace di fronteggiare la pericolosità dell’oleandro è la prevenzione attraverso la corretta informazione e l’educazione dei membri della famiglia. Riconoscere la pianta, tenere sempre sotto controllo bambini e animali in presenza di cespugli di oleandro e predisporre barriere fisiche o segnali che ne indichino la natura tossica è fondamentale.

Consigli pratici:

  • Utilizzare guanti protettivi ogni volta che si effettua la manutenzione della pianta, evitando il contatto diretto con la pelle.
  • Lavare accuratamente le mani e gli strumenti dopo la potatura o la raccolta di eventuali residui.
  • Smaltire tutte le parti di oleandro (fogliame, rami, fiori secchi) nei rifiuti speciali e non tramite la combustione.
  • Evitate il faidate con rimedi popolari o usi “alternativi” della pianta, come decotti, infusi, tisane o utilizzi topici.

L’oleandro resta una pianta ornamentale di grande effetto visivo, ma la sua presenza in giardini accessibili comporta rischi significativi che nessuno dovrebbe sottovalutare. La consapevolezza sulla tossicità e, soprattutto, evitare qualsiasi impiego alimentare, ludico o combustivo della pianta, è l’unica difesa efficace contro gli effetti potenzialmente fatali dei glicosidi cardioattivi che la caratterizzano.

Lascia un commento