Bere acqua con sale: ecco i benefici che nessuno ti ha mai detto

Negli ultimi anni si è diffusa una crescente attenzione verso i presunti effetti positivi di bere acqua con sale, complice il passaparola sui social network e alcune tendenze benessere che hanno rilanciato questa pratica come un rimedio naturale dai molteplici vantaggi. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra realtà scientifica e suggestioni prive di fondamento, analizzando a fondo quali benefici siano realmente attribuibili a questa abitudine e a quali condizioni sia consigliabile adottarla. Gli effetti dell’acqua salata sull’organismo non sono sempre univoci e dipendono sia dal contesto, sia dalle condizioni di salute individuali.

Il ruolo del sodio e il bilancio elettrolitico

Il sodio, principale componente del sale da cucina (cloruro di sodio), è un minerale essenziale per il mantenimento dell’equilibrio idrico del corpo, la trasmissione degli impulsi nervosi e la corretta funzionalità muscolare. La sua presenza negli organismi viventi è regolata precisamente da meccanismi ormonali e renali, che assicurano una costanza nei livelli di sodio nel sangue.

Bere acqua con sale può risultare utile solo in casi particolari di carenza di elettroliti, ad esempio:

  • Atleti sottoposti a intensa attività fisica che comporta abbondante sudorazione e perdita di sodio
  • Situazioni di vomito o diarrea prolungate, che portano a una diminuzione significativa degli elettroliti corporei
  • Eventi di ipotensione improvvisa, dove l’apporto di sodio può aiutare temporaneamente a risollevare la pressione

Al di fuori di queste situazioni specifiche, per chi segue una dieta equilibrata e introduce il giusto apporto di sodio tramite gli alimenti, l’assunzione supplementare di acqua e sale non solo è inutile, ma può risultare addirittura controproducente, favorendo la ritenzione idrica e aumentando il rischio cardiovascolare.

Benefici presunti e realtà scientifica

Nelle pratiche di alcune medicine orientali o naturopatiche, all’acqua salata viene attribuita la capacità di “depurare l’organismo dalle tossine”, favorire la digestione, il transito intestinale e sostenere il benessere di fegato e reni. Il razionale alla base di queste affermazioni risiede nella funzione osmotica del sale, che può agevolare il movimento dei liquidi nell’intestino e, di conseguenza, facilitare in alcuni casi lo svuotamento intestinale e la riduzione del gonfiore addominale.

Tuttavia, secondo il parere della maggior parte degli esperti, il nostro corpo è dotato di efficienti sistemi di autodepurazione, guidati principalmente dal lavoro di fegato e reni, che eliminano le sostanze di scarto in modo naturale senza necessità di supporti artificiali. L’assunzione di acqua e sale non potenzia tali meccanismi; anzi, un eccesso di sale può affaticare ulteriormente i reni e favorire la tendenza alla formazione di calcoli renali.

Anche l’eventuale azione antibatterica dell’acqua salata è stata confermata solo per usi locali e non per l’ingestione. L’impiego esterno di soluzioni saline può, ad esempio, aiutare a disinfettare leggere abrasioni cutanee o a migliorare l’aspetto della pelle grazie a un delicato effetto esfoliante.

Rischi e controindicazioni: l’importanza della moderazione

L’argomento dei potenziali rischi di bere acqua con sale richiede un’attenzione particolare. Numerosi studi sottolineano che un’assunzione eccessiva di sodio attraverso la dieta comporta un aumento del rischio di ipertensione arteriosa, eventi cardiovascolari, danni renali e ritenzione di liquidi. Per la popolazione adulta, la dose raccomandata di sodio è di circa 2.300 milligrammi al giorno, ma spesso questa soglia viene già superata solo con la normale alimentazione.

L’introduzione di acqua e sale come abitudine quotidiana può dunque risultare problematica per chi:

  • Soffre di pressione alta o altre patologie cardiovascolari
  • Presenta una funzione renale compromessa
  • Ha tendenza a trattenere liquidi e sviluppare edemi
  • Segue una dieta già abbondante di cibi salati, come insaccati, formaggi stagionati, snack industriali

Diversamente dai consigli diffusi sui social, aggiungere anche solo due cucchiaini di sale in un bicchiere d’acqua significa arrivare a valori di sodio ben oltre il limite raccomandato giornaliero, con potenziali effetti nocivi sulla salute.

Acqua salata: tra miti da sfatare e utilizzi pratici

Il successo della “sole water”, ovvero acqua e sale assunta al mattino, è la dimostrazione di come anche pratiche prive di reale supporto scientifico possano trovare ampio seguito grazie alla viralità dei social media. Il mito che un semplice bicchiere di acqua salata possa rivoluzionare energia, idratazione, digestione e sonno non trova però riscontro nei dati scientifici più recenti, anzi spesso viene smentito da nutrizionisti e medici.

Resta invece fondata la raccomandazione per chi si trova effettivamente in circostanze di aumentato fabbisogno di sodio — come intensi allenamenti sportivi o episodi di abbondante perdita di liquidi — di reintegrare temporaneamente elettroliti anche tramite una modesta quantità di sale sciolto in acqua, preferibilmente sotto controllo medico-nutrizionale.

Gli usi dell’acqua salata restano dunque validi soprattutto in ambito esterno: sciacqui orali per disinfettare la bocca, risciacqui di naso e gola in caso di raffreddore, bagni e impacchi per favorire la guarigione della pelle. Questi impieghi sfruttano le proprietà antibatteriche e decongestionanti del sale, ormai ampiamente dimostrate nella soluzione salina fisiologica.

In sintesi, benché bere acqua e sale possa portare a momentanei benefici in casi molto specifici, risulta inutile o addirittura dannoso come pratica routinaria, soprattutto se si supera la quantità di sodio tollerata dall’organismo. Seguire i consigli di un professionista della salute resta sempre la scelta migliore per tutelare il proprio benessere e valutare le reali esigenze dello stile di vita.

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