I sanificatori d’aria, noti anche come purificatori o depuratori, sono dispositivi progettati per migliorare la qualità dell’aria interna riducendo la concentrazione di particelle inquinanti, allergeni e agenti patogeni come virus e batteri. Tuttavia, la loro reale efficacia in termini di prevenzione e neutralizzazione di virus e batteri, in particolare nei confronti delle infezioni respiratorie come il SARS-CoV-2, è spesso oggetto di dubbi e informazioni discordanti. È quindi fondamentale analizzare le evidenze scientifiche e comprendere i limiti e le potenzialità di questi dispositivi.
Come agiscono i sanificatori d’aria?
I sanificatori d’aria possono adottare varie tecnologie per ridurre la concentrazione di particelle aerotrasportate. I principali sistemi sono:
- Filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air): sono in grado di trattare particelle molto piccole, tipicamente tra 0,1 e 0,3 micron, e rappresentano lo standard per la filtrazione di aerosol e microrganismi sospesi.
- Tecnologia UV (raggi ultravioletti): mira a inattivare microbi come batteri e virus denaturando il loro materiale genetico.
- Ionizzatori: caricano elettricamente le particelle nell’aria, che così tendono ad aggregarsi e a precipitare sulle superfici, rendendo più semplice la loro rimozione.
Studi hanno dimostrato che dispositivi dotati di filtri HEPA possono effettivamente ridurre la carica di particelle compatibili per dimensioni con molti virus respiratori, inclusi alcuni coronavirus e batteri presenti nell’aria. L’efficacia però dipende da molte variabili: dimensione dell’ambiente, potenza del dispositivo, tipo e manutenzione dei filtri, e regolarità nel loro utilizzo.
Efficacia reale contro virus e batteri
La domanda centrale è se questi dispositivi siano davvero utili per prevenire la trasmissione di virus e batteri o risultino, al contrario, quasi inutili nelle situazioni quotidiane.
Prove sperimentali condotte su filtri HEPA mostrano che essi riescono a catturare e rimuovere dall’aria sospensioni contenenti virus in modo significativo. Alcuni produttori dichiarano eliminazioni dell’ordine del 90% per batteri, rilevando una riduzione anche della presenza virale, come testato da laboratori indipendenti.
Tuttavia, la reale prevenzione del contagio tramite l’uso di un sanificatore d’aria rimane più complessa. La principale via di trasmissione per molti virus respiratori, come il SARS-CoV-2, è rappresentata dalle goccioline di aerosol espulse parlando, tossendo o starnutendo, che possono rimanere sospese per un tempo limitato prima di depositarsi rapidamente sulle superfici per gravità. In questa situazione, anche un buon purificatore con filtro HEPA potrebbe ridurre la presenza di virus aerodispersi, ma non può eliminare il rischio di contagio diretto tramite esposizione ravvicinata alle goccioline o tramite il contatto con superfici contaminate.
Inoltre, non tutte le tecnologie sono ugualmente efficaci: gli ionizzatori, ad esempio, possono contribuire alla riduzione di particelle sospese ma possono emettere ozono, un irritante polmonare, se usati eccessivamente. Allo stesso modo, i filtri UV richiedono una potenza e un’esposizione adeguate per inattivare i virus, cose raramente garantite nei piccoli purificatori domestici.
Limiti ed errori comuni sull’uso
Sebbene un sanificatore d’aria possa svolgere un ruolo importante nel migliorare la qualità dell’aria e ridurre i sintomi allergici, la sua efficacia contro virus e batteri non è assoluta né universale. Tra i principali limiti e fraintendimenti:
- Non elimina completamente tutti gli inquinanti o patogeni: la qualità dell’aria può migliorare, ma il rischio di trasmissione di alcune infezioni, come il Covid-19, persiste soprattutto se la stanza è frequentata da persone infette.
- Non sostituisce la ventilazione naturale e le altre misure fondamentali di prevenzione (distanziamento, lavaggio delle mani, uso di mascherine ove indicato).
- L’effetto massimo si ottiene solo con dispositivi correttamente dimensionati, regolarmente manutenuti e impiegati secondo le istruzioni (finestre chiuse, filtri igienizzati o sostituiti periodicamente, ecc.).
- Non tutti i modelli sono provvisti di tecnologie certificate: molti dispositivi economici o generici non montano veri filtri HEPA o non garantiscono specifiche significative sull’effettiva eliminazione di virus e batteri.
È importante ricordare che i dati disponibili sono spesso riferiti a test di laboratorio condotti in condizioni controllate, che potrebbero non riflettere la complessità delle abitazioni, delle scuole o degli uffici.
Quali sanificatori scegliere e quando usarli?
L’adozione di un sanificatore d’aria ha senso soprattutto in ambienti chiusi e scarsamente ventilati, dove la concentrazione di inquinanti può crescere rapidamente. In particolare, possono essere indicati per:
- Persone allergiche o asmatiche, poiché aiutano a trattenere allergeni e polveri.
- Case situate in zone altamente inquinate o vicine a fonti di traffico intenso.
- Ambienti in cui risiedono soggetti fragili che necessitano di aria particolarmente pulita.
Per ottenere vantaggi reali, è preferibile orientarsi su apparecchi dotati di filtro HEPA, che sono gli unici con solide basi scientifiche a supporto della loro capacità di trattenere particelle aerodisperse di dimensioni ridotte. Questi filtri sono utilizzati anche nei sistemi di ventilazione ospedaliera e negli aerei civili, proprio per la loro efficienza comprovata.
Altro aspetto da non sottovalutare è una corretta manutenzione: filtri sporchi o saturi diventano inefficaci e possono addirittura diventare fonte di proliferazione biologica. È fondamentale seguire le istruzioni del produttore per la sostituzione dei filtri e la pulizia periodica dei dispositivi.
Cosa dicono le linee guida e la ricerca scientifica?
Le principali società scientifiche e le agenzie di salute pubblica raccomandano i sanificatori d’aria esclusivamente come misura aggiuntiva, da affiancare a una buona ventilazione naturale e al rispetto delle altre misure di prevenzione. Gli stessi centri di controllo delle malattie riconoscono che la filtrazione efficace dell’aria, tramite sistemi ad elevate prestazioni, può contribuire a contenere la presenza di microrganismi, ma non deve mai sostituire le buone pratiche tradizionali e le soluzioni strutturali di qualità dell’aria interna.
In sintesi, i sanificatori d’aria non sono dispositivi inutili ma neppure sistemi miracolosi. La loro adozione può essere sensata in specifici contesti, a patto di conoscerne limiti, potenzialità e indispensabili accorgimenti di utilizzo per evitare false sicurezze e massimizzare i benefici sulla qualità dell’aria e, indirettamente, sulla salute.